TUI-TIPS: lo spazzolino da denti

Innanzitutto, alcuni cenni storici.

L’esigenza di una corretta igiene orale risale ad epoche remote; si hanno testimonianze di stuzzicadenti d’oro presso i Sumeri nel 3.000 a.C. e di bastoncini da masticare presso le popolazioni indiane e musulmane nel 1.600 a.C. 
L’invenzione del primo spazzolino con setole di maiale è attribuita ai Cinesi intorno al XIII sec., mentre la sua comparsa in Europa si ebbe solo nel 1780 ad opera dell’inglese William Addis, che lo dotò di setole naturali e manico in legno o avorio.
Nel 1857 il primo brevetto per uno spazzolino da denti fu concesso a H. N. Wadsworth e nel 1938 Dupont introdusse le fibre sintetiche (nylon, poliestere, tynex) al posto di quelle naturali (Cortesi Ardizzone V., Abbinante A., 2013).
L’uso di questi materiali e l’avvento della plastica per il manico, hanno reso economicamente accessibili gli spazzolini da denti, contribuendo alla loro diffusione di massa nelle società moderne (Van der Weijden F., et al. 2010).

Convenzionalmente lo spazzolino è formato da quattro componenti:

1· Manico o impugnatura; in materiale plastico e di forma differente a seconda dei modelli.

2· Collo o gambo; presente solo in alcuni modelli, con funzione di articolazione e ammortizzazione.

3· Testina; di forma diversa, a seconda dei modelli, costituisce il supporto delle setole.

4· Setole; oggi quasi esclusivamente in materiale sintetico, disposte variamente a seconda della forma. Le setole possono essere a punta arrotondata e profilo liscio oppure microtesturizzate, ovvero dotate di una superficie irregolare per tutta la loro lunghezza.

Nel 1998, in occasione dell’”European Workshop on Mechanical Plaque Control”, sono state definite le caratteristiche salienti che dovrebbe possedere lo spazzolino da denti manuale ideale (Egelberg J. et al., 1998):

· Corretta dimensione del manico, idonea all’età e alla perizia dell’utente, al fine di garantirne un’efficace manipolazione.

· Dimensioni della testina conformi a quelle della bocca del paziente.

· Setole in nylon o poliestere con estremità arrotondate e diametro non superiore a 0,23 mm.

· Conformazioni morbide delle setole secondo quanto definito dagli ISO (International Organization for Standardization).

· Modalità di disposizione delle setole atta a rimuovere la placca sia dagli spazi approssimali che dalla linea gengivale.

Ma qual è il tipo corretto per la tua bocca?

Esistono attualmente in commercio diversi tipi di spazzolini manuali, con setole ultra-morbide, morbide, medie e semidure, ma la letteratura tende a preferire quelli con filamenti medio–morbidi rispetto a quelli duri (ritenuti più lesivi nei confronti dei tessuti molli e duri del cavo orale).

La disposizione, l’altezza e la direzione delle setole differenzia e caratterizza gli oltre 100 tipi diversi di spazzolino esistenti in commercio, che possiamo così descrivere:

-Profilo piatto; spazzolino tradizionale con setole verticali allineate nello stesso senso e disposte alla stessa altezza.

-Profilo ondulato o increspato; spazzolino con setole verticali disposte a due diverse altezze, studiate per adattarsi all’ondulazione anatomica del cavo orale e per penetrare negli spazi interdentali.

-Profilo angolato o cross-action; spazzolino con setole disposte ad altezze e inclinazioni differenti e studiate per ottenere una migliore rimozione della placca batterica nelle aree interdentali difficili da raggiungere.

-Spazzolino bilivello ortodontico; spazzolino che si caratterizza per il suo profilo a V, dovuto alla presenza di filamenti laterali più lunghi rispetto a quelli centrali, e studiato per adattarsi meglio alla presenza di bracket e bande ortodontiche.

-Spazzolino sulculare; spazzolino costituito da una testina molto piccola contenente solo due file di setole con filamenti posti alla stessa altezza, studiato appositamente per pazienti ortodontici e pazienti post chirurgia parodontale.

Test di laboratorio hanno dimostrato sperimentalmente che uno spazzolino si usura mediamente in tre mesi e che, in tale condizione, rimuove circa il 30% di placca in meno rispetto ad uno nuovo.
Il mio consiglio è quindi quello di cambiare spesso il vostro spazzolino, per una migliore igiene.

Agli spazzolini manuali si sono affiancati gli spazzolini elettrici che muovendosi rapidamente con movimenti rotatori oscillanti risultano più efficaci nell’asportare la placca batterica. Sono sicuramente consigliabili alle persone con difficoltà di manipolazione e a chi non riesca ad ottenere un’efficace igiene orale con lo spazzolino manuale.

Lo Spazzolino elettrico è uno spazzolino alimentato da un manico a motore che ne consente un movimento proprio e costante delle setole. Nato alla fine degli anni ’50, lo spazzolino elettrico presentava, nei suoi primi modelli, dei difetti inerenti la sicurezza e autonomia, non forniva risultati migliori rispetto a quelli manuali ed era per questo poco consigliato. Il progresso tecnologico degli ultimi anni, che ha coinvolto non solo il design, le caratteristiche e la potenza, ne ha notevolmente accresciuto l’efficacia grazie alla rotazione/oscillazione della testina e alla disponibilità di diverse modalità d’azione programmate (spazzolamento standard, delicato, massaggio, rimozione delle macchie). La smart guide, dispositivo wireless annesso, consente di misurare il tempo di spazzolamento di ogni quadrante del cavo orale (30 secondi), incentivando la motivazione all’igiene da parte dei pazienti. Sono indicati per pazienti diversamente abili o con manualità limitata, portatori d’impianti dentali, pazienti sottoposti a trattamenti ortodontici, conservativi e protesici e pazienti poco inclini alla corretta igiene orale.

Come ultima tipologia di spazzolino, menzionerei lo spazzolino monociuffo, ossia uno spazzolino costituito da una testina rotonda di piccole dimensioni contenente un solo ciuffo di setole montato su di un manico, generalmente angolato. E’ indicato per la detersione di aree particolarmente difficili da raggiungere, come le superfici distali degli ultimi molari e le superfici linguali e palatali, in presenza di malposizionamento o disallineamento di elementi dentali. Può essere impiegato anche da pazienti ortodontici e da pazienti con impianti dentali.

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